Prevenzione ed informazione sui Disturbi del comportamento alimentare
Ieri 15 marzo 2015 si è svolta la quarta edizione della Giornata del fiocchetto lilla e 60 città italiane hanno risposto all’appello tingendosi di lilla.
La Giornata del fiocchetto lilla è nata con lo scopo di accendere un riflettore sui Disturbi del comportamento alimentare: fare prevenzione ed informazione è indispensabile!
Ma cosa intendiamo per Disturbi del comportamento alimentare? Facciamo riferimento ad Anoressia nervosa, Bulimia nervosa, Alimentazione incontrollata e Binge eating disorder.
Si tratta di disturbi con origine, caratteristiche e decorso differenti ma con alcuni comuni campanelli di allarme cui è fondamentale prestare attenzione: la preoccupazione eccessiva per il cibo ed il peso, eccessiva attenzione per la dieta ed il conteggio delle calorie, tendenza a pesarsi frequentemente, sentimenti di colpa e di vergogna relativamente all’alimentazione, abbuffate alimentari, sentirsi grassi pur avendo un peso normale, eccessiva attenzione all’esteriorità, ipersensibilità verso le critiche, repentini cambiamenti emotivi.
Perché prestare attenzione a questo disturbo?
Perché sempre maggiore è il numero di persone ad essere interessato: in Italia i Disturbi del comportamento alimentare interessano circa tre milioni di persone.
Perché sempre più si abbassa l’età di esordio: il 40% dei casi esordiscono tra i 15 ed i 19 anni ma negli ultimi anni si è assistito ad un abbassamento dell’età di esordio. Infatti sempre più frequenti sono i casi in preadolescenza con interessamento della fascia di età 8-12 anni. Le statistiche oggi disponibili suggeriscono che a soffrirne maggiormente sono le ragazze.Perché sempre maggiore è il tasso di mortalità registrato: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità i Disturbi del comportamento alimentare rappresentano la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali in adolescenza.
Quindi che fare?
Fare prevenzione ed informazione: parlarne è la prima cura.
Rivolgersi agli specialisti: si tratta di forme di sofferenza per cui è indispensabile ricorrere ad un approccio multidisciplinare (psicologo, psichiatra, medico, educatori) che prenda in carico aspetti medico/nutrizionali, relazionali e psicologici. Fondamentale sono quindi una diagnosi precoce ed un intervento centrato non solo sul comportamento alimentare ma anche e soprattutto sul disagio emotivo/psicologico, sulla sofferenza familiare e del contesto allargato.