Consapevolezza dell’autismo
Tanti luoghi reali e virtuali coinvolti ed un solo comune denominatore: provare a raccontare cosa è l’autismo e cosa esso rappresenta nella quotidianità. Questo è l’obiettivo che si prefigge domani 2 aprile la VII Giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo attraverso una serie di iniziative ed appuntamenti.
Arte, musica, cinema, tv, approfondimento scientifico: differenti sono gli strumenti e le forme scelte per raggiungere questo obiettivo.
I protagonisti? Bambini, ragazzi, adulti autistici e le loro famiglie.
L’Autismo è una patologia psichica che, solo in Italia, coinvolge circa 550.000 persone e in Europa 5 milioni. Negli Stati Uniti si stima che ogni 88 bambini che nascono ad uno viene diagnosticato Autismo.
“Autismo” o “Autismi”?
A cosa stiamo facendo riferimento?
Innanzitutto è necessaria una precisazione. Data l’eterogeneità sintomatologica e la complessità nel fornirne una definizione clinica coerente e unitaria, risulta essere più corretto parlare di Disturbi dello Spettro Autistico. Il termine Disturbi dello Spettro Autistico viene utilizzato per fare riferimento ad una serie di sindromi che si evidenziano di solito nei primi anni di vita: Disturbo Autistico, Disturbo di Asperger e il Disturbo Generalizzato dello Sviluppo non altrimenti specificato. Loro comune denominatore è una compromissione grave e generalizzata in 2 aree dello sviluppo: capacità di comunicazione e interazione sociale e area degli interessi e delle attività. A livello comunicativo e sociale vengono solitamente riportati deficit a carico di reciprocità sociale ed emotiva, comunicazione non verbale, creazione e mantenimento di legami sociali. A livello di interessi ed attività quello che si osserva è stereotipia dei movimenti e del linguaggio, ritualizzazioni, interessi circoscritti, ripetitivi, anomali, ipo o iper reattività agli stimoli sensoriali.
Interpretazioni dei Disturbi dello Spettro Autistico
Negli ultimi decenni sono stati compiuti notevoli progressi nell’interpretazione dell’autismo e dei disturbi pervasivi dello sviluppo. Le ricerche mettono sempre più in evidenza una multifattorialità di cause genetiche, organiche (fattori biologici, metabolici, neurologici) o acquisite precocemente (fattori esogeni infettivi, tossici, farmacologici, traumatici, e vascolari) che, in modi diversi, potrebbero giustificare l’insorgenza del disturbo autistico.
Come intervenire?
Un corretto trattamento psicoterapeutico inizia inevitabilmente con un’accurata valutazione e diagnosi: è necessario da un lato condurre un’indagine neurologica e dall’altro esplorare tutte le aree dello sviluppo (affettiva, cognitiva, comunicativa, interattiva, neuropsicologica). L’esplorazione si avvale di strumenti strutturati ed osservativi. Il clinico dovrà osservare attentamente: l’attività spontanea, il comportamento interattivo, la comunicazione verbale e non verbale, l’affettività o stato dell’umore (in termini di regolazione, intensità e reciprocità), il profilo cognitivo, i comportamenti ripetitivi.
Solo la raccolta di queste informazioni consente di fare previsioni circa la prognosi e di progettare e successivamente implementare interventi ad hoc.
Il trattamento è solitamente di natura multimodale ed in quanto tale integra interventi ambientali, individuali e sulle figure significative che si interfacciano con il bambino.
I trattamenti individuali si avvalgono solitamente dell’ausilio di tecniche e strumenti mutuati dagli approcci comportamentale e cognitivo. Al di là dello strumento specifico gli obiettivi generali che è utile perseguire sono: favorire la motivazione, la stabilità attentiva, il comportamento intenzionale, il riconoscimento e la differenziazione delle emozioni, la comprensione di sé e dell’altro, la comunicazione, il gioco ed il problem-solving. Lavorare su queste dimensioni da luogo a cascata ad effetti benefici sui comportamenti devianti quali stereotipie, ecolalie, auto ed etero-aggressività.
Il lavoro sul contesto sociale (famiglia, scuola, altri gruppi di appartenenza) è indispensabile. È indispensabile per trasferire le abilità appena apprese nel setting terapeutico ad altri luoghi fisici e sociali, per sostenere le acquisizioni e la motivazione al trattamento, per creare un contesto in grado di accogliere e gestire le problematiche quotidiane. Nel lavoro con familiari solitamente ci si avvale di interventi di sostegno, counseling ma anche di psicoterapia individuale o di gruppo. Nelle scuole l’attività dovrà prevedere un controllo costante dell’iter scolastico e la realizzazione di programmi centrati sull’apprendimento.
Un aspetto che non può essere trascurato lavorando con persone con Disturbi dello Spettro Autistico è la discriminazione di cui ancora oggi sono bersaglio. Interessante in questa direzione è il video della campagna “Autism Europe” che in poco più di due minuti spiega, attraverso disegni e brevi scritte, perché l’autismo “è una storia differente” fin dall’infanzia, perché chi ne è interessato deve misurarsi con la discriminazione e con tante porte chiuse.