Ansia fisiologica e patologica
L’ansia può rappresentare un sintomo di numerose sindromi cliniche e, allo stesso tempo, è un fenomeno che si manifesta normalmente nella vita di ogni individuo. È quindi possibile discernere tra forme di ansia fisiologiche e patologiche. La stessa assenza di ansia può essere considerata condizione patologica.
Ma cosa intendiamo per ansia?
L’ansia è una condizione psicologica contraddistinta da una sensazione di paura più o meno duratura ed intensa, che può essere o meno collegata ad uno stimolo interno o esterno. Può essere definita come una complessa combinazione di segni psico-fisici che includono preoccupazione, timore, senso di impotenza e sensazioni fisiche come palpitazioni, vertigini, dolori al petto, nausea, tensioni muscolari.
Cosa intendiamo per ansia fisiologica?
L’ansia è un’emozione universalmente diffusa e naturale e la sua presenza può essere considerata come un normale meccanismo protettivo che facilita lo svolgimento di un compito, l’adattamento all’ambiente circostante, l’affrontare situazioni potenzialmente pericolose. Alcune fasi o momenti particolari dello sviluppo sono per loro natura accompagnati da una temporanea condizione ansiosa. Ci riferiamo per esempio all’ansia sperimentata dai bambini quando vivono la separazione dalle figure di riferimento, all’ansia esperita quando si è chiamati ad affrontare importanti cambiamenti esistenziali o all’ansia provata quando la propria integrità fisica o il proprio ruolo sociale sono minacciati o messi in pericolo.
Cosa intendiamo per ansia patologica?
Si passa da forme fisiologiche di ansia a forme patologiche e quindi potenziali fonti di disagio e disturbo nel momento in cui la risposta ansiosa è eccessiva per intensità e durata…
– …ossia l’intensità è sproporzionata rispetto alla potenziale fonte di rischio o pericolo e/o perdura anche quando il rischio o il pericolo sono venuti meno;
– …ed è innescata da una minaccia che non coinvolge direttamente il soggetto, da una minaccia intrapsichica, da una minaccia futura;
– …e porta ad un eccessivo stato di vigilanza, un’eccessiva tensione motoria e nervosa con conseguente iperattività e problemi di concentrazione;
– …e comporta perdita di controllo sulle proprie emozioni, vissuti di impotenza ed estrema incertezza con conseguente incapacità ad affrontare situazioni nuove ed impreviste.
In questi casi la persona può provare difficoltà sia per le sue reazioni somatiche incontrollabili che per la paura e l’angoscia generate dalla situazione vissuta come ansiogena. Questo malessere fisico e psichico può incidere significativamente sulla quotidianità, sulle relazioni e sul funzionamento lavorativo della persona alterando così la qualità della vita. Quindi…
…come è opportuno muoversi in caso di ansia patologica?
In condizioni di ansia patologica un lavoro personale affiancati da un professionista è indispensabile. L’intervento deve necessariamente essere costruito ad hoc tenendo conto dell’unicità della persona con cui si interagisce e del disagio che essa porta. È fondamentale integrare un lavoro sul sintomo attuale vissuto come egodistonico e capace di catalizzare l’attenzione e le risorse del soggetto ostacolandolo così nel vivere quotidiano con un lavoro più profondo e di amplio respiro volto a contestualizzare il sintomo. Contestualizzare il sintomo comporta lo scorgerne i nessi con la modalità di essere del soggetto, con l’immagine che ha di sé, con il suo stile relazionale, con la sua storia di vita in modo da comprenderne il significato e la funzione psicologica.