Gravidanza e maternità
Gravidanza e maternità generano grandi cambiamenti, emozioni e vissuti psicologici nella donna e nella coppia.
Vissuti…da cosa sono condizionati?
Gravidanza e maternità non vengono vissute da tutte le donne in modo analogo.
Molti sono i fattori che entrano in gioco e che hanno un ruolo: momento in cui la donna rimane incinta (momento giusto, troppo presto, troppo tardi alla luce dei canoni personali), desiderio o meno di un figlio, facilità o meno con cui la donna è rimasta incinta, situazione relazionale/sentimentale e contesto di vita nel momento in cui la donna rimane incinta. A seconda del proprio vissuto la gravidanza può accompagnarsi ad emozioni positive di gioia, speranza o negative di ansia e tristezza; frequente è anche un avvicendarsi di queste emozioni.
Quali cambiamenti avvengono durante la gravidanza?
Numerosi sono i cambiamenti che interessano i genitori e la coppia.
Prendendo in considerazione la donna durante e dopo la gravidanza si possono osservare cambiamenti a più livelli: fisico, psicologico e sociale.
Da un punto di vista fisico elemento importante cui prestare attenzione è l’immagine corporea. Per alcune donne può essere difficile accettare l’aumento di peso, il pancione, le oggettive difficoltà fisiche nell’affrontare la vita quotidiana
Da un punto di vista psicologico entrano in gioco il peso della responsabilità genitoriale e i dubbi circa la propria competenza ed il proprio ruolo, la riorganizzazione dell’identità personale volta ad assimilare anche questa nuova dimensione, il rimettersi in gioco nelle relazioni con la propria famiglia di origine.
Da un punto di vista sociale infine si è chiamati a ricoprire un nuovo ruolo, ad integrare questo nuovo ruolo nella vita di relazione e nella vita lavorativa.
Analoghi cambiamenti a livello psicologico hanno per protagonista anche il papà.
La gravidanza e la nascita di un figlio incide inevitabilmente sulla vita di coppia. Sia a livello concreto che immaginario è necessario includere un nuovo componente nella famiglia. Generalmente il grado di soddisfazione e di benessere percepito dalla coppia si riduce (anche se non ciò non interessa tutte le coppie).
Eventuali problematiche
Molti sono i dati in letteratura che evidenziano la vulnerabilità post-partum delle primipare e conseguentemente la loro necessità di un adeguato supporto emotivo da parte del partner, della famiglia di origine e della rete sociale in genere. Il rientro a casa, l’allattamento, l’adattamento ai ritmi biologici del bambino sono elementi che mettono alla prova e possono attivare la paura di fallire o di non essere all’altezza.
La vulnerabilità post-partum e il disagio/sofferenza associato a questo nuovo ruolo possono sfociare in veri e propri quadri psicopatologici: Maternity Blues, depressione post-partum e psicosi puerperale.
Il Maternity Blues rappresenta il disturbo emotivo più comune, si caratterizza per lieve entità e per transitorietà. Connota solitamente le settimane immediatamente successive il parto e si caratterizza per tendenza al pianto, irritabilità, labilità dell’umore, disturbi del sonno, tristezza. Seppur di lieve entità è importante che venga adeguatamente riconosciuto e trattato perché può essere concreto il rischio dell’evoluzione in episodi depressivi. È necessario fare diagnosi differenziale tra Maternity Blues e Depressione post-partum.
La Depressione post-partum può insorgere a partire dal sesto mese di gravidanza e ed ha come sintomi caratterizzanti: tristezza, sentimenti di colpa o autosvalutazione eccessivi ed inappropriati, difficoltà di concentrazione, alterazioni del sonno e dell’appetito ed astenia. Esordisce entro i tre mesi dal parto ed ha una durata media di alcuni mesi. Le cause sono molteplici: ormonali, emotive, pratiche, sociali, neonatali, ostetriche e perinatali. Infine la Psicosi puerperale è il disturbo psichiatrico più grave e raro che si definisce in finzione di deliri, allucinazioni, brusche oscillazioni dell’umore, disturbi del comportamento. C’è un totale rifiuto del piccolo e per la maggior parte del tempo la donna appare triste, apatica tanto da non prendersi cura neppure di sé. Possono comparire idee paranoide di persecuzione e si rileva un alto rischio di suicidio e di infanticidio.
Questi disturbi possono hanno delle conseguenze sia a breve che a lungo termine anche sul bambino. È quindi fondamentale una precoce individuazione dei sintomi ed un tempestivo intervento.