Alessitimia: quando mancano le parole per descrivere le proprie emozioni
Letteralmente “mancanza di parole per descrivere le proprie emozioni’.
L’alessitimia è l’ incapacità di utilizzare la parola per la comunicazione affettiva, la difficoltà di impiegare le parole per esprimere, per raccontare quello che si sta provando, la difficoltà nell’identificare i propri sentimenti.
L’alessitimia può essere considerata l’equivalente emozionale della cecità. Non è una sindrome psicopatologica ben identificabile, è una caratteristica di personalità non immediatamente correlata ad alcun specifico disturbo. Recenti ricerche hanno messo in luce sintomi alessitimici in soggetti con disturbi post-traumatici da stress, dipendenza da sostanze, disturbi nel comportamento alimentare, depressione (con importante componente fisica) e patologie psicosomatiche.
Cosa c’è alla base dell’Alessitimia?
Le ricerche condotte hanno riconosciuto il ruolo centrale giocato dall’interazione con le figure di attaccamento: la mancata o ridotta interrelazione o scambievolezza affettiva con le figure di attaccamento risulta essere determinante. Spesso ricostruendo la storia di vita di pazienti alessitimici si riscontra la presenza di maltrattamenti, abbandoni, incurie, abusi infantili, chiusure, indisponibilità caratteriale, oppure derisioni e beffe in risposta a richieste affettive, desideri di rassicurazioni e manifestazioni d’ affetto.
Quali aspetti salienti?
Si osservano solitamente …
– difficoltà nel descrivere i sentimenti;
– difficoltà nel distinguere tra i sentimenti e le sensazioni fisiche che accompagnano le emozioni;
– difficoltà di introspezione;
– vita immaginativa carente e scarsa capacità di descrivere le sensazioni;
– pensiero pratico e orientato, non alla riflessività, ma alle cose pratiche.
Con minore frequenza si osservano …
– sintomi somatici (in situazioni di stress e di conflitto non percepiscono il disagio sul piano psicologico, ma lamentano soprattutto sintomi somatici);
– reazioni immotivate di rabbia e pianto;
– tendenza all’agito;
– ridotta capacità empatica;
– tendenza a non farsi carico di responsabilità;
– oscillazione tra comportamento dipendente ed evitante.
Alessitimia in studio
Le persone con questa difficoltà non sono pazienti facili: considerano spesso l’ incontro con lo psicologo e la psicoterapia inutili dal momento che vedono e riconoscono solo la componente medica del loro problema e quindi vedono la farmacoterapia come l’unica soluzione possibile.
Il trattamento psicologico dovrebbe prevedere l’apprendimento di strategie di gestione ed adattamento alla situazione contingente, di pianificazione, di sfogo emozionale, di reinterpretazione con il fine di ottenere una valutazione complessiva degli eventi ed un miglior adattamento nelle situazioni stressanti.