Emoticon ed Emojii: un nuovo modo di comunicare
Disegni al posto delle parole, la scrittura oggi passa sempre più attraverso immagini codificate che riproducono oggetti della realtà ed espressioni facciali: emojii ed emoticon.Difficile imbattersi in uno scritto digitale , che sia un sms, un dialogo in chat, un’e-mail, che non contenga almeno uno smile giallo o un disegnino colorato.
La diffusione su scala mondiale di emoticon ed emoji è avvenuta fra gli anni 2011-2013 grazie al loro inserimento nella tastiera dei dispositivi IOS e Android, nonché grazie all’inserimento delle medesime all’interno dei principali social network.
Paese che vai emoticon che trovi
Come facilmente immaginabile, ogni paese ha le sue emoticon preferite: gli italiani usano prevalentemente le faccine, con particolare predilezione per quelle felici, quelle tristi e quelle spaventate, oltre ai baci e ai gesti delle mani, i francesi utilizzano soprattutto i cuoricini, mentre gli australiani le emoji violente.
Perché usarle?
La scrittura usata nei social network può essere descritta come una forma di oralità scritta, ovvero ha le caratteristiche della comunicazione scritta ma l’uso sociale è simile al discorso orale. Dato che nella conversazione orale ha un ruolo cruciale l’espressione facciale e corporea, l’uso delle emoticon ha precisamente questo scopo: migliorare il parlato-scritto usato nei social network inserendo elementi emotivi ed espressivi attraverso le emoticon. In questo senso possiamo considerare l’uso delle emoticon: delle strategie grafiche per creare un frame interpretativo della comunicazione testuale che ha gli effetti simili alla comunicazione faccia a faccia in cui il frame creato dalle espressioni facciali e corporee ha un ruolo importantissimo.
Ma il nostro cervello come elabora le emoticon?
Il nostro cervello è imbattibile nel riconoscere le facce e alla vista di un volto umano si attivano aree specifiche della corteccia occipito – temporale: ma vale lo stesso anche per le faccine virtuali? La risposta del ricercatore australiano Churches è sì: la reazione sui cervelli testati è stata la stessa sollecitata dai volti umani.