Contro l’omofobia
Dal 2007, le riflessioni e le azioni di denuncia e di lotta all’omofobia e contro la violenza fisica, psicologica e morale legate all’orientamento sessuale sono diventate, almeno per la giornata del 17 maggio, un tema centrale in molti Paesi europei. Un’occasione importante per l’Italia nella quale alcuni pregiudizi continuano ad essere radicati.
Cosa si intende con omofobia?
Il termine è stato coniato nel 1972, con questo ci si riferisce ai pregiudizi e alle discriminazioni che uomini e donne omosessuali si trovano ogni giorno a dover affrontare all’interno della propria famiglia, nella vita sociale, nell’ambito lavorativo e scolastico. Questa espressione è nata per indicare la paura irrazionale, l’odio, l’intolleranza nei loro confronti.
Che legame tra la lotta contro l’omofobia e la psicologia?
Non tutti lo sanno ma la data del 17 maggio è stata scelta in virtù di una ricorrenza storica per la psicologia, la psichiatria e altre discipline psico-sociali: il 17 maggio 1990 l’Organizzazione Mondiale della Salute rimosse definitivamente l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali.
Punto di partenza per una società integrata, cui in alcuni paesi sono seguiti interventi concreti.
Cosa può un percorso psicologico?
Psicologi e psicoterapeuti sono importante punto di riferimento per persone vittime di pregiudizio. È importante avere la possibilità di usufruire di uno spazio dedicato nel quale affrontare i pregiudizi, i vissuti e le conseguenze ad essi associati e di interagire con un professionista non giudicante ed empatico.
Da un sottovalutare la possibilità che un pregiudizio possa trasformarsi in autodisprezzo, depressione o ansia. In questi casi è fondamentale aiutare la persona a superare il disprezzo per se stessa, facilitandola nel cogliere l’importanza del saper accettare, e sviluppare pienamente, la propria individualità. Focus del lavoro individuale potrebbero anche essere la colpa e la vergogna che spesso soggiacciono a questi comportamenti.