Disoccupazione: come reagiamo alla perdita del lavoro?
Quando si parla di disoccupazione spesso il primo pensiero è rivolto alla mancanza di denaro, e quindi di una fonte sicura di sostentamento che consenta di vivere.
Ma pur essendo questo elemento certamente importante, la disoccupazione è molto di più …
Su cosa incide la perdita del lavoro?
La perdita del lavoro incide significativamente su due aspetti: il ruolo sociale e l’autostima.
Essere disoccupati significa perdere il proprio ruolo di lavoratore nella società.
La perdita di lavoro si accompagna spesso alla riduzione o alla perdita di autostima. L’intensità dell’impatto è proporzionale alla rilevanza che per la persona giocava il lavoro in un’ottica di definizione di sé. Sono molti i ruoli che ci troviamo a ricoprire ogni giorno: genitore, lavoratore, coniuge, figlio, amico, membro di una comunità. Tali aspetti dovrebbero essere in equilibrio. Quando l’investimento dedicato al lavoro è molto importante la sua perdita comporterà un malessere molto forte.
Quali reazioni alla perdita del lavoro?
Di fronte alla perdita del lavoro le prime reazioni sono l’incredulità, la confusione.
A seguire, alcune persone riescono a trovare in sé le risorse e a reinventarsi, per altri è difficilissimo ed in taluni casi si arrivare a scelte estreme quali il suicidio.
Cosa modula la reazione alla perdita del lavoro?
La reazione alla perdita del lavoro è modulata da
– caratteristiche individuali quali il ruolo che il lavoro gioca nella definizione identitaria e genere. Ricerche sembrerebbero suggerire che il licenziamento colpisce solitamente più gli uomini che le donne;
– caratteristiche culturali (per esempio in alcuni stati si tendono a colpevolizzare coloro che non trovano un lavoro), istituzionali e di funzionamento del sistema sociale. In merito a quest’ultimo punto indagini sembrerebbero dimostrare che la qualità della vita e le ripercussioni sul singolo della perdita del lavoro sono minori in quei paesi nei quali sono previsti sussidi capaci di mitigare le preoccupazioni per la gestione del quotidiano.
Cosa può fare lo psicologo?
Lo psicologo può essere utile …
… sia nella gestione dei vissuti, degli stati emotivi, dei pensieri e delle conseguenze che si accompagnano la disoccupazione;
… sia nella successiva fase di ridefinizione di sé e reinvestimento su di sé. Un percorso psicologico può offrire uno spazio di ascolto empatico e non giudicante nel quale riflettere su di sé e sui ruoli quotidianamente giocati onde raggiungere un equilibrio, nel quale riflettere sui propri punti di forza e debolezza, sulle proprie risorse, sulle proprie aspettative e desideri per capire come muoversi di conseguenza.