La maschera: proteggersi e sopravvivere ad una ferita emotiva
La maschera può essere vista come un meccanismo di difesa utilizzato per proteggersi e sopravvivere ad una ferita emotiva generata una situazione di forte dolore. La maschera è un modo per ritrovare un ruolo attivo e di controllo su una situazione eccessivamente dolorosa subita.
Maschera?
La maschera è parte strutturante la personalità: è la parte più esterna e definisce modi di pensare, di agire, di sentire, di vedere le cose, di parlare, di proporre il corpo, di camminare, di respirare, ecc. è quindi fondamentale osservare tutte le seguenti variabili: corpo, linguaggio, pensiero, affettività.
Ferite e maschere
In letteratura sono presenti studi e ricerche che hanno affrontato e sviscerato il tema.
I dati disponibili consentono di distinguere cinque ferite, solitamente collocabili in età evolutiva, con le rispettive maschere:
– la ferita del rifiuto e la corrispettiva maschera da fuggitivo,
– la ferita d’abbandono e la maschera da dipendente,
– la ferita dell’umiliazione con la corrispondente maschera da masochista,
– la ferita del tradimento e la maschera del controllo,
– la ferita dell’ingiustizia e la maschera del rigido.
Queste ferite sono solitamente procurate in modo inconsapevole dalle persone più vicine, di solito i genitori.
Maschere e terapia psicologica
Smascherarsi è importante in quanto primo passo per andare a scoprire la ferita e poterla finalmente curare.
Ciascuno di noi può avere più maschere, anche se generalmente una risulta predominante e strutturante rispetto alle altre. Talvolta la ferita principale, solitamente la più profonda, è quella meno visibile dal momento che si nasconde sotto altre più evidenti e superficiali. Può quindi capitare che affrontata una ferita ne emerga un’altra che sorprende e lascia nello sgomento sottolineando però come il percorso di cura sia progressivo e graduale oltre che individualizzato.