Quando è difficile fare spazio: Disturbo da Accumulo
Sulla nostra pagina FB e nel nostro blog stiamo affrontando l’argomento volersi bene.
Abbiamo iniziato ad identificare alcuni irrinunciabili per volersi bene. Tra essi l’importanza di fare spazio.
Abbiamo visto come un modo per fare spazio è delegare ed abbiamo approfondito come poterlo fare.
Altra strategia cui ricorrere è svuotare gli ambienti intorno a noi. Apparentemente azione semplice…ma non lo è per tutti come mi avete fatto notare.
È vero…è così. Non per tutti è semplice gettare via oggetti o simili. In alcuni casi la difficoltà sfocia in un vero e proprio disturbo, il Disturbo da Accumulo.
Cosa intendiamo con Disturbo da Accumulo?
In molte persone si osserva una grande difficoltà nel separarsi dagli oggetti personali, che si traduce in accumulo spesso molto problematico, di oggetti anche completamente senza valore o, addirittura pericolosi per la salute. In alcune persone l’accumulo è il risultato della difficoltà a buttare, in altre è anche l’esito di un eccesso di acquisti.
Il cosa si accumula, ovvero il materiale o gli oggetti che le persone conservano, possono essere di qualsiasi tipo. Anche la severità può naturalmente variare molto.
Come spiegare il Disturbo da Accumulo?
Visto dall’esterno il comportamento del paziente con Disturbo da Accumulo appare completamente incomprensibile. Gli accumulatori patologici di solito riferiscono motivazioni che indicano un attaccamento emotivo (“è un ricordo”) o un valore funzionale o intrinseco dell’oggetto. L’osservazione di una persona con Disturbo da Accumulo suggerisce l’impressione che abbia un problema nel processo di elaborazione delle informazioni: decidere quali oggetti tenere o buttare e come organizzarli implica capacità di categorizzazione, di memorizzazione e una certa quantità di attenzione, oltre che fiducia in queste capacità.
Come trattare il Disturbo da Accumulo?
Esistono sia trattamenti farmacologici che psicologici per il Disturbo da Accumulo.
La terapia più usata è quella cognitivo comportamentale, le cui componenti centrali sono:
– interventi focalizzati sulla motivazione al trattamento;
– skill training (con focus sul processo decisionale e risoluzione di problemi);
– esposizione allo scegliere, buttare, non comprare;
– ristrutturazione cognitiva di specifiche convinzioni e temi personali che alimentano il disturbo.